FABRICA FLUXUS art gallery will take part in BLOOOM, the very first interdisciplinary presentation platform for artists and art projects of the creative industries. BLOOOM will take place from the 28th of october to the 1st of november 2010. The location is: Staatenhaus am Rheinpark, Auenweg 17, 50679 Cologne and our booth is D02 (North Area). See you there!!!
Wednesday, November 10, 2010
Monday, November 1, 2010
Sunday, October 31, 2010
Riassumendo
Friday, October 29, 2010
Wednesday, October 27, 2010
Tuesday, October 26, 2010
Camionismi II
Monday, October 25, 2010
On the road I
Artists we're taking with us: RED ZDREUS
Artists we're taking with us: ELENA RAPA
Elena Rapa Elena Rapa was born in Fano in 1978. She lives and works in Milano. In the last ten years she has exhibited both in public (Città Sant'Angelo Museum in Pescara; SPAC Center of comtemporary arts in Pesaro-Urbino) and private spaces (group artshows in a number of italian art galleries).
Elena Rapa Elena Rapa è nata a Fano nel 1978. Vive e lavora a Milano. Da circa 10 anni partecipa ad esposizioni sia in spazi pubblici, instaurando anche collaborazioni come per il Museo-Laboratorio di Città Sant‘Angelo (Pe) e lo SPAC-Centro d‘Arte Contemporanea della Provincia di Pesaro-Urbino, sia in spazi privati partecipando a collettive presso alcune gallerie italiane.
Elena Rapa trasporta su carta e su tela un personalissimo e variegato immaginario. Scalfisce con la china e con colore acrilico, i volti e le espressioni di personaggi bizzarri, animali buffi che si articolano in una natura incontaminata e variopinta. Sono illustrazioni che narrano storie complesse, racconti chiassosi per adulti dove si condensano emozioni come la gioia e la malinconia, la paura e l'amore. In questo universo bislacco realizzato con la sovrapposizione di pennellate magistralmente stese c'è spazio per i riferimenti alla pittura di Bosh, Goya e alle ciniche rappresentazioni di Grosz. Sono ambienti goticheggianti, ancestrali, che traggono ispirazioni da velate atmosfere retrò definite da linee spesse di colore scuro. Musica, allegria e stranezze diventono le uniche armi, di questi stravaganti figuri, per vincere le beffe di uno strano destino.
Artists we're taking with us: ESTER GROSSI
Artists we're taking with us: ARRINGTON DE DYONISO
Artists we're taking with us: RIOT QUEER
Riot Queer. A huge gallery full of portraits- so systematic as to appear as a scientific catalogue - provocative, scary, almost surreal and sensual women with cerulean faces. They are dolls with glass eyes, clear like mirrors but paradoxically bursting with life, blood, flesh and bones. A delicate watercolour technique melts with the irreverence and boldness of these scandalous muses, heroines of seduction able to talk about pleasure, dread, imagination. The body- having always caused irritation, unease, reaction within society- is now cut and mutilated by Riot Queer; it turns into something able to convey subliminal messages, signs of fragility , a sense of transgression through marks, words, gesture language, postures. The artist writes stories on the skin: the fragmented bodies of his subjects become like maps to be explored, decoded, places into which one could sink and then loose themselves among crowns of flowers, skulls, nails, blood, butterflies and tits. Bodies that want to escape the rules, want to be other in respect to the social organization and prevailing power. These bodies do not want to be trapped any longer within the quiet boundaries of an accepted, forced, conventional and standardized corporeity; they offer themselves as testing grounds for experimentation- they become expression itself. The references to underground illustration, American tattoo art from the 50’ies, Mexican art, punk music, fetish and soft-core are obvious. Siouxies, Primal Scream and Lou Reed provide the background sound of this scenario, while the audience cannot be but hooked by the new millennium pin-ups.
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Riot Queer Una vasta galleria di ritratti, tanto sistematica da apparire quasi una catalogazione scientifica, conturbanti, orrorifiche, surreali e sensuali donne dai volti cerulei. Bambole dagli occhi vitrei, così limpidi da riuscire quasi a specchiarsi paradossalmente palpitanti di vita, di sangue, di carne e di ossa. La delicatezza dell’acquerello si fonde con l’irriverenza e la sfrontatezza delle sue scandalose muse, delle eroine della seduzione che riescono a parlarci di piacere, terrore e fantasie. Il corpo, che nella società ha da sempre creato irritazione, disagio, reazione, da Riot Queer viene tagliato, mutilato e, attraverso i segni, le parole, il linguaggio dei gesti, delle posture, trasmette messaggi subliminali, fragilità e trasgressione allo stesso tempo. Sulla pelle l’artista scrive storie e i corpi frammentati diventano delle mappe da esplorare, decodificare nelle quali sprofondare e perdersi fra corone di fiori, teschi, serpenti, sangue, farfalle e mammelle. Corpi che vogliono fuggire dagli schemi, vogliono essere altro rispetto ai corpi dell’organizzazione sociale e dei poteri sogettivanti, corpi che non vogliono più essere racchiusi nelle tranquille barriere di una corporeità accettata, imposta, convenzionale, e omologata ma si offrono come campo d’azione, come il campo di un’esercitazione, di una sperimentazione, diventano espressione. E ritroviamo i tanti riferimenti all’illustrazione underground, al tatoo americano anni ’50, e all’arte messicana, al punk ma anche al mondo del fetish e del softcore, il tutto mixato a suon di Siouxies, Primal Scream e Lou Reed, messo in pasto agli occhi di noi spettatori inesorabilmente stregati da queste pin-up del nuovo millennio.
Artists we're taking with us: CLAUDIA GIANNULI
Claudia Giannuli. The “Nu Dolls” (as defined by Prof. Guido Corrazziari), childish and mature women at the same time, are completely white. Their candour and purity clash against an expressiveness that portraits deep loneliness, everyday-life drama, mourning. They are curved with soft lines, attractive. Their tales work just like sharp blades though, often being both ironic and dangerous. These dolls, for adults, defy our glance proudly. At times it feels like they make fun of us while at the same time being shameless, erotic, seductive and paradoxically naive. The sculptural groups consist mainly of two subjects. The male element has merely a token role, often represented by an animal (“Ops”) or by a premature or unwanted creature in utero (“Pop Up”), even crucified (“I love u”): the classical/traditional iconography of crucifixion is twisted- the screaming and lacerated Christ is completely subdued by a quivering Magdalena, who is both sadistic and wicked.
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Claudia Giannuli. Le “NU DOLLS” (come le ha definite il Prof. Guido Corraziari) un po’ bimbe un po’ donne mature ciniche e insolenti sono di un bianco assoluto. Il loro candore e la loro purezza lottano con un’ espressività che narra della solitudine profonda, della drammaticità dell’esistenza quotidiana, di lutti. Le loro forme sono così tondeggianti, morbide e attraenti eppure i loro racconti funzionano come delle lame affilate, spesso ironiche eppure pericolose. Queste bambole per adulti sfidano fiere il nostro sguardo e a tratti sembrano burlarsi di noi, senza pudori, erotiche, seduttrici ed innocenti allo stesso tempo. In tutti i gruppi scultorei, il più delle volte composti da due personaggi, l’elemento maschile è ridotto al ruolo di comparsa, rappresentato spesso da un animale (“Ops!), da una creatura ancora in grembo indesiderata o prematura (“PoP UP”), oppure come nel caso di “I love you” viene direttamente “messo In croce”. Una sorta di profano e quotidiano stravolgimento dell’iconografia classica della crocifissione, in cui il Cristo straziato e urlante è totalmente soggiogato da una Maddalena palpitante a tratti sadica a tratti perversa.
Artists we're taking with us: MANUEL DONADA
Manuel Donada: A bordo della sua stramba astronave, zaino strabordante di colori sulle spalle, e in compagnia dei suoi personaggi scappati da un cartoon di Hanna & Barbera, Manuel Donada ha attraversato centinaia di pianeti e stelle, ha sperimentato nuovi mondi e nuovi modi di stravolgere il mondo reale e l’ha trasformato in uno scintillante artefatto visivo. Come un errante moderno scienziato dell’era 2.0 Manuel gira il mondo, osserva la realtà, registra la vita pulsante delle strade, dei caffè, osserva i comportamenti, i modi, le manie, i "tic" dell’umanità, e poi conclusa la raccolta, analizza, macina e frulla il tutto, distillandolo e riconsegnandolo ai nostri occhi come un meraviglioso mondo di OGM. Al primo sguardo sembrerebbero innocenti e frivoli cartoons dal gusto decisamente retrò (evidente è il riferimento stilistico ai cartoni animati anni ’60) ma ci si accorge ben presto di essere circondati piuttosto da buffi personaggi transgenici. Espressioni clonate e reiterate quasi a diventare maschere, tali da rendere questi mostriciattoli tutt’altro che innocenti.